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About the Author

Maurizio Bettini is professor of classical philology at the Universit degli Studi di Siena, Facolt di Lettere, Dipartimento di Studi Classici, as well as director of the center "Antro-pologia del Mondo Antico." He is also a regular visiting professor in the Department of Classics, the University of show more California, Berkeley. William Michael Short is assistant professor of classics at the University of Texas at San Antonio. show less

Series

Works by Maurizio Bettini

Con i libri (1998) 14 copies
Il ritratto dell'amante (1992) 13 copies
Contre les racines (2011) 12 copies
Wurzeln (2016) 7 copies
C'era una volta il mito (2007) 4 copies
Autentico assassinio (2007) 4 copies
Strumenti (1996) 3 copies
Affari di famiglia (2011) 3 copies
Le coccinelle di Redún (2004) 2 copies
Alle porte dei sogni (2009) 2 copies
Miti di città (2010) 1 copy

Associated Works

The Philogelos or Laughter-Lover (1983) — Foreword, some editions — 38 copies
The Oxford Handbook of Roman Studies (2010) — Contributor — 23 copies
Poet, Public, and Performance in Ancient Greece (1997) — Preface — 5 copies
Brill's companion to classics and early anthropology (2018) — Contributor — 2 copies
Arethusa (vol 41 no 2) — Contributor — 1 copy
Studien zu Plautus' Cistellaria (2004) — Contributor — 1 copy

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Common Knowledge

Canonical name
Bettini, Maurizio
Birthdate
1947-07-24
Gender
male
Nationality
Italy
Birthplace
Brixen, Südtirol, Italien
Occupations
classical philologist

Members

Reviews

Medea is around us everywhere. The monster walks the streets - and in the end is just a woman
(dice Deborah Porter nel suo atto unico No more Medea, 1990) (pagina 259)

La risposta di Medea, superbamente perentoria, dà la misura del concetto che ha di sé: "Rimane Medea (Medea superest). In me c'è il mare e la terra, il ferro e il fuoco, gli dèi e i fulmini".
(pagine 106)
Ma:
L'ultima battuta è di Giasone: "Va' per gli alti spazi dell'eccelso etere: proverai che dove tu passi non ci sono dèi".
(pagina 109)


… (more)
 
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NewLibrary78 | Jul 22, 2023 |
139. Nella vendetta e nell'amore la donna è più barbara dell'uomo. (Al di là del bene e del male, Nietzsche).
In revenge and love woman is more barbaric than man.

Nel momento in cui si 'interpreta' una figura mitica, non si fa altro che darne una lettura attuale e legata al nostro tempo. Ma, già come Bettini scrive di Elena nella prima parte di questo saggio, l'unica lettura possibile sembre quella di immergersi nel racconto mitico e... fermarsi...

Basta che qualcuno cominci a raccontare e gli esseri di carne e di sangue diventano simili a simulacri, che si moltiplicano come creature del sogno e danzano nell'aria al ritmo delle parole. Chi entra nel racconto altrui si perde, e perde se stesso.(pagina 30)

E non sarebbe forse la più grande delle illusioni, uccidersi per un fantasna?(pagina 32)

Bellezza femminile, non significa niente,
troppo spesso è un'immagine irrigidita.
...
La bellezza resta felice di se stessa,
la grazia invece appare irresistibile,
come Elena...
Goethe. (pagina 37)

La varietà dei ruoli ricoperti da Elena nel mito greco rende arduo circoscrivere questa figura in un ambito determinato. Narrare la sua storia significa di fatto indagare la natura femminile nei suoi vari aspetti...(pagina 76)

Selene si presenta quindi come una figura duplice: un'ambiguità simile, che alla bellezza esteriore associa una pericolosità nascosta caratterizza anche, sia pure con notevoli differenze, il personaggio di Elena nella sua lunga storia: da Omero a Euripide a Virgilio.(pagina 173)
… (more)
 
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NewLibrary78 | Jul 22, 2023 |
Semplice e immediata introduzione antropologica al tema dell'identità e della tradizione. Adatto a chi sia in cerca di un primo approccio al tema, perfetto come lettura introduttiva per studenti o curiosi.
 
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d.v. | May 16, 2023 |
Come scrivere un saggio in lode a una religione se la si considera già morta fin dai cenni introduttivi contenuti nelle prime pagine? Ecco l'ennesima presa in giro degli accademici italiani, i quali nel tentativo di sembrare religiosamente tolleranti non fanno altro che mostrare la loro ottusità di fronte a un argomento visto solo come materia di studio e mai come un credo religioso al pari delle religioni odierne. Perché soffermarsi solo sui vantaggi che possiamo trarre dalle religioni antiche, e non provare invece a praticarle oppure a esaminare come vengono praticate al giorno d'oggi dai suoi credenti? La Religio Romana è tutt'altro che morta, così come respirano ancora l'Ellenismo, la religione scandinava e così via, basti fare una semplicissima ricerca, chiunque è in grado di entrare a far parte di associazioni che si propongono di portare avanti il culto dei loro antenati come Nova Roma, Hellenion o Roman Republic, insomma di comunità politeiste ce ne sono a bizzeffe! Quanto ai templi in cui pregare e fare offerte votive agli Dèi, nel politeismo indo-europeo la casa del credente è il proprio tempio, e il credente è il suo sacerdote. Quindi smettiamola di prenderci in giro, il politeismo è vivo e vegeto al giorno d'oggi, e non c'è bisogno di sontuosi templi né di massacrare animali per praticarlo, del resto chi ha letto la storia romana sa benissimo che ai tempi di Romolo e Numa Pompilio le offerte votive consistevano in frutta e pane, e chi conosce la filosofia greca ricorderà che i pitagorici e i neoplatonici si astenevano dal sacrificare animali. Mi auguro che chiunque abbia in mente di scrivere libri sul politeismo si informi e provi a praticare per lo meno la religione trattata prima di pubblicare un saggio su di essa.… (more)
 
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Vertumnus | Jul 22, 2021 |

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