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Loading... La Città Che Hitler Regalò Agli Ebreiby Jan Ronca
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Sign up for LibraryThing to find out whether you'll like this book. No current Talk conversations about this book. La Storia del Ghetto di Terezin , utilizzato dalla propaganda Nazista come specchio per le allodole rispetto alla realtà dello sterminio degli ebrei , facendolo divenire non solo set cinematografico per menzogneri film di propaganda , ma luogo di visite della croce rossa internazionale allo scopo di dimostrare il trattamento umano riservato agli ebrei . no reviews | add a review
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Attraverso la raccolta di testimonianze personali di sopravvissuti portati sul posto, il contributo di studiosi e storici, le immagini d'archivio, i disegni dei prigionieri, le fotografie e il film propaganda girato dai nazisti, questo documentario rappresenta un'occasione unica per raccontare il paradosso di Theresienstadt, ghetto di transito, anticamera di Auschwitz che, allo stesso tempo, divenne il luogo culturalmente più libero per gli ebrei nell'Europa occupata.
Il 23 giugno 1944, un paio di settimane dopo il D-day, a più di 1000km a Est della Normandia, in un paesino sperduto in mezzo alla campagna boema a 60km di Praga, si stanno ultimando i preparativi per una visita importante. Per la prima volta, infatti, i nazisti consentono ad una delegazione della Croce Rossa Internazionale di ispezionare un campo di concentramento.
I delegati internazionali non sanno cosa aspettarsi da questo "campo di lavoro", ma quello che vedono durante la visita indubbiamente li sorprende: giardini con parco giochi circondati da tulipani, un padiglione per i concerti dove un'orchestra sta provando il Requiem di Verdi, un teatro allestito per il balletto e il cabaret, un café ristorante, un ospedale ben attrezzato, una scuola, una biblioteca e una banca. I prigionieri ebrei, apparentemente in buono stato di salute, salutano sorridenti dalle finestre, bambini in fila per due escono dalla scuola cantando, alcune ragazze si sfidano in una gara di nuoto nel fiume che attraversa la città. I postini consegnano puntualmente pacchi e lettere, le razioni di cibo sembrano essere assortite ed abbondanti. Dopo una visita di circa quattro ore, il capo della delegazione della Croce Rossa Maurice Roussel compila un dettagliato rapporto dove vengono esaltate le condizioni di vita più che accettabili all'interno della cittadina di Tèrezin, che i tedeschi risoprannominarono Theresienstadt. Alla maggior parte dei prigionieri aspetta invece la deportazione ad Auschwitz e la morte.
Questa è la storia di un campo di transito, inizialmente concepito per diventare il luogo dove ammassare vecchi, veterani e decorati della I Guerra Mondiale ed ebrei ritenuti importanti ed influenti, la cui scomparsa avrebbe potuto dar adito a richieste di spiegazioni da parte di paesi stranieri. Ma il ghetto di Theresienstadt si trasforma, ben presto, in una crudele ed efficace maschera per nascondere gli atroci soprusi e delitti che avvengono nei campi di sterminio dell'Est. La peculiarità di questo campo si manifesta nella presenza di un elevato numero di intellettuali ed artisti che dà origine spontaneamente a varie attività artistiche e culturali: dal teatro ai concerti, dalla poesia alla pittura e allo sport. Inoltre la gestione del campo viene affidata a tre sindaci ebrei che organizzano l’amministrazione del ghetto, stampando anche una moneta, la corona di Terezin, la sicurezza e che paradossalmente stilano la lista dei prigionieri che ad intervalli irregolari vengono trasportati ai campi di sterminio dell'Est. Col passare del tempo, Theresienstadt assume le sembianza di un grottesco set cinematografico che, all'insaputa dei prigionieri, permette ai tedeschi di continuare indisturbati le grandi manovre per il conseguimento della terribile "soluzione finale".
Così in una dimensione surreale recite teatrali, concerti e lezioni di canto vengono organizzati in un clima pieno di contraddizioni contemporaneamente ai trasporti verso i campi di sterminio. (fonte: Passione storia)