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Loading... Di Questa Vita Menzogneraby Giuseppe Montesano
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Google Books — Loading... GenresMelvil Decimal System (DDC)853.914Literature Italian Italian fiction 1900- 20th Century 1945-1999LC ClassificationRatingAverage:
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La storia si svolge in una Napoli di domani, ma non di un domani astratto: di un probabile futuro prossimo. Mostra quello che potrebbe diventare la mia città, ma qualsiasi grande città d'arte (Roma, Venezia, Firenze) se le premesse dell'oggi arrivassero alle loro possibili conseguenze. Insomma, un poco quello che tanti libri e film di fantascienza ci hanno fatto vedere, ambientato per lo più negli USA, per una volta, però, credibilmente ambientato qui da noi.
Napoli, quindi, sconvolta dai lavori in corso, tanto per cambiare. Non per il completamento della metropolitana, ma per trasformarla in una livida Disneyland del passato.
Napoli percorsa ancora una volta dal popolo vascio che - come già nel 1799 - si fa strumento di sterminio contro quanto di buono e bello possa esistere ancora.
I personaggi sono, tutti, indimenticabili. Non mi soffermo sui Negromonte, la famiglia-protagonista, anche se l'invenzione di ogni figura, fino al mostruoso patriarca in carrozzella, è potente e convincente.Mi hanno affascinato i comprimari: Cardano, l'intellettuale che critica e insulta, e si sente superiore, ma è impotente a sottrarsi al controllo di chi, conoscendo le sue debolezze, lo vuole pagliaccio e complice.
Le tante figurine di donne: le donne dei potenti, perfette nel loro ruolo d'oggetti e soggetti di osceno esibizionismo.
Le due bimbe - vittima, Nina e Salomè, una nel campo dei buoni, una in quella dei malvagi. Stranamente legate e contrapposte, mi è parso.
Andrea, il figlio fuori razza, il figlio "puro" del patriarca: che s'immola in un volontario rito di espiazione, come in un classico romanzo russo.
E da romanzo russo è la figura di Ciro, l'autista muto e folle, comprato come un cane al manicomio criminale.
Le lettrici saranno avvantaggiate dalla possibilità di identificarsi con Nadja, l'unico personaggio nel campo dei buoni che, forse, si salverà: non a caso una donna. Di lei sappiamo poco, direttamente, tranne il suo legame con Andrea.
Ma intuiamo un ruolo non secondario a fianco di Scardanelli, una specie di comandante Marcos, che conduce una sotterranea, onnipresente guerriglia contro i Negromonte, padroni ovviamente dei media, a colpi di scritte sui muri e di comunicazioni di radio pirata.
Infine l'io narrante, che potrebbe essere chiunque di noi, catapultato per caso in prima fila ad assistere ad eventi eccezionali, che non può fare a meno di narrare.. Mi ha colpita il fatto che costui non faccia nulla, non voglia o non possa intervenire mai negli eventi che racconta. Proprio come se fosse un semplice alter ego dell'autore, caduta ogni finzione.