Sui media è di moda il tema del bullismo, collegato al problema del disagio giovanile e alla perdita di prestigio della scuola; se ne parla sempre attraverso luoghi comuni e con il parere di tuttologi e psicologi onnipresenti. Ecco che allora Andrea Bajani decide di scrivere un libro sulla questione affrontandola "dall'interno": andrà in gita con tre diverse classi liceali, una torinese una fiorentina e una palermitana, per raccontare il mondo giovanile.
Sembrerebbe il preludio a una controanalisi sociologica; in realtà il libro di Bajani è soprattutto un diario di viaggio, con interessanti divagazioni sulla convenzionalità di ogni prodotto "gita scolastica" per la quale di Praga o di Parigi si vanno a visitare immancabilmente gli stessi monumenti, finanche le medesime birrerie. Del mondo giovanile non ne esce che, in fondo, un quadro già noto: la disaffezione per la politica, la distanza dal mondo degli adulti e la solitudine nel rapporto coi genitori, il collante universale della musica, le ansie e i turbamenti sentimentali. Del resto la tesi di fondo di Bajani è che in realtà questa generazione giovanile non è più crudele o più insensibile o avventata delle altre: semplicemente, rispetto alle malefatte delle generazioni precedenti, ora c'è la società dello spettacolo (Internet, i cellulari, i media) a registrare e ad amplificare ogni episodio negativo. Così. chi è in cerca di rivelazioni inaudite sul mondo giovanile resterà deluso; nondimeno, il libro ha pagine divertenti e consente anche di rituffarsi indietro nella propria adolescenza.
Sul versante stilistico, spiace invece constatare che Bajani indulge spessissimo a costrutti tipici del parlato (non si sa fino a che punto con intenti mimetici), con dislocazioni a sinistra frequentissime Praga, le scivoliamo dentro senza quasi rendercene conto, anacoluti Mi è venuto da pensare che un diciottenne che alla sua prima elezione rinuncia a votare, gli abbiamo rovinato la festa di compleanno: nel complesso, il risultato è fastidioso. Anche la cura del volume è un po' affrettata, con refusi molto frequenti (una volta Einaudi era invece sinonimo di cura editoriale perfetta).

La citazione: La vera meta di ogni gita non è affatto la città che sta scritta in cima al programma del viaggio d'istruzione. La vera meta delle gite scolastiche è l'albergo in cui si soggiornerà. ( )