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«Sopporta, cuore...» La scelta di Ulisse (2010)

by Eva Cantarella

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Ulisse, eroe omerico come gli altri, rispetto agli altri ha delle particolarità: non è una “bestia” (come Achille) in preda a qualunque pulsione irrazionale spiri (la “volontà degli dei” o propri stati emotivi che impediscono di trattenere gli impulsi primordiali, come l’ira). La “volontà degli dei”, assunta in modo indistinto, come la necessaria obbedienza ad un ordine superiore, comporta l’involontarietà (e la non responsabilità e, quindi, la non punibilità) delle azioni. Manco fosse Norimberga.
Ulisse è un uomo razionale che liberamente (libera-mente) sceglie e determina le azioni da compiere, qualche volta anche consapevolmente contro quello che il “cuore” gli suggerisce/impone.
Ulisse (e ciò che Ulisse rappresenta) è il passaggio dalla cultura della vergogna (l’osservanza delle regole attraverso modelli positivi di comportamento accettati collettivamente, in cui il valore massimo è l’onore privato) alla società del diritto definito non dai comportamenti di gruppo ma da principi generali.
Fino a Dracone era il Far West, cioè fino alla norma che stabilisce le regole per definire i gradi di colpevolezza di un presunto reo responsabile personalmente di una qualche sua azione (omicidio volontario, omicidio preterintenzionale, omicidio colposo), non per restringere la libertà ad una qualche forma di dittatura (come la storia erroneamente tramanda: draconiane, in italiano, sono le leggi ferree di un dittatore) ma per ridurre il potere dilagante della vendetta privata, che non è più accettata come principio giuridico e sociale, restringendo così il potere delle faide fatte in nome dell’onore personale o della fratrìa. Cioè della mafia.
“Non esiste un mondo omerico, non esiste un individuo omerico e non esiste una soluzione omerica al problema della responsabilità. Esistono molti mondi ed esistono molti individui omerici: individui che si ritengono originariamente mossi dall’intervento divino ma conquistano, nel corso dei secoli, la consapevolezza della propria libertà di determinarsi” (pag. 83)
Parecchi secoli di discussioni e di analisi lo dimostrano, facendo convivere la “bestia” Achille e le sue convinzioni primordiali con il nuovo Ulisse, dotato di libero arbitrio e quindi responsabile personalmente di quel che fa.
Non fu certo un passaggio semplice né lineare: persino Platone, più o meno cinque secoli dopo Omero, ha ancora qualche dubbio, ma fu un passaggio fondamentale per della convivenza civile.
E poi dicono che studiare i classici è una perdita di tempo … ( )
  ddejaco | May 19, 2010 |
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