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Works by Davide Conti

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"All'interno del perimetro urbano della capitale, il Partito comunista, il Partito socialista e il Partito d'azione, si dotarono di reparti armati (i Gruppi d'Azione Patriottica e le Squadre d'Azione Cittadina) che diedero vita ad un conflitto asimmetrico, direttamente collegato con le forze Alleate, in grado di infliggere all'esercito nazista gravi danni strategici e pesanti perdite materiali. In ogni zona della città, centinaia di azioni di guerriglia e sabotaggio vennero realizzate dai partigiani delle formazioni di Pci, PdA e Psiup lungo tutti i nove mesi di occupazione, confliggendo apertamente contro l'ordine pubblico criminale dei nazifascisti gestito attraverso la pratica militare della 'guerra ai civili' fatta di rastrellamenti e deportazioni (carabinieri, ebrei, quartieri popolari), di stragi (Pietralata, Forte Bravetta, Fosse Ardeatine, La Storta) e di 'camere di tortura' (via Tasso e le Pensioni Oltremare e Jaccarino). La Resistenza romana ruppe, con la 'irregolarità' propria della guerriglia urbana, il monopolio della forza esercitato dalle truppe 'regolari' tedesche e rappresentò il fattore politico-militare più importante ed incidente della storia contemporanea della città. Le otto zone in cui i tre partiti della sinistra del CLN divisero la capitale divennero campo di battaglia accidentato e pericoloso per nazisti e fascisti grazie alla solidarietà, al sostegno fattuale e all'appoggio ideale della popolazione civile (elemento indispensabile alla sopravvivenza di qualsiasi guerriglia) che permise ai partigiani di ricevere protezione e collaborazione in tutti i quartieri della città e di combattere un nemico molto più forte per numero, armamento e risorse ...."… (more)
 
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BiblioLorenzoLodi | Apr 2, 2021 |
Alla fine della seconda guerra mondiale le alte gerarchie militari italiane avrebbero dovuto rispondere dei crimini di guerra compiuti in Albania, Jugoslavia, Urss e Grecia dalle truppe del regio esercito. Mario Roatta, Gastone Gambara, Alessandro Pirzio Biroli, Emilio Grazioli, Mario Robotti e tanti altri invece non subirono alcun processo - tranne Roatta che però fuggì in Spagna e venne poi aministiato e prosciolto - né all'estero né nella neonata Repubblica democratica antifascista. A salvarli dall'estradizione e dai procedimenti penali fu l'equilibrio politico-militare della Guerra Fredda che congelò la questione la questione dando la possibilità al governo italiano, grazie al decisivo sostegno degli Alleati occidentali, di eludere ogni forma di sanzione giuridica ai danni dei vertici del proprio esercito.… (more)
 
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BiblioLorenzoLodi | Jun 9, 2014 |
Alla fine della seconda guerra mondiale il giudizio sui militari del Regio Esercito era diviso tra un opinione pubblica internazionale che li considerava criminali di guerra e un opinione pubblica interna incline a considerarli vittime della guerra fascista e "buoni italiani". In questo libro l'autore ci spiega quali furono le cause che determinarono una percezione tanto difforme della realtà degli eventi legati alle guerre di aggressione dell'Italia fascista.
 
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BiblioLorenzoLodi | Mar 14, 2012 |

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