Un’etnologa che ha frequentato per anni il “popolo blu”. I titoli dei capitoli sono nomi di persone: sono loro a scandire questo viaggio tra gli abitanti del tènere, «la solitudine». Ma il primo impatto del lettore non è con una tenda o una carovana, bensì con la «casa di Alì, ingegnere tuareg». Un edificio in muratura di un quartiere cittadino dove è tutto un viavai di Tuareg, un tramestio di persone e divani che vanno e vengono, di voci e silenzi. «[Quella stanza] avrebbe potuto essere in qualunque posto ma era il modo in cui le persone stavano nello spazio che subito la identificava riportando l’immagine allo stesso tempo disordinata, affollata e tuttavia coordinata dell’accampamento». I Tuareg riescono dunque a rimanere sé stessi? «La situazione oggi - lamenta l’autrice - è di perdita totale».… (more)
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I Tuareg riescono dunque a rimanere sé stessi? «La situazione oggi - lamenta l’autrice - è di perdita totale».… (more)