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Loading... Amrita (1994)by Banana Yoshimoto
![]() None No current Talk conversations about this book. It did take a lot of effort, but the book was interesting. It was very non-linear, and that added to the challenge. I'm not sorry I read it, but the book seemed to be rough around the edges somehow. It might have been a problem in the translation? Or maybe there's a cultural gap or something. It was worth the read, but I'm not sure how many people I would recommend this to. In questo, che è il romanzo più ambizioso e sicuramente più voluminoso di Banana Yoshimoto, l'autrice richiama i temi cari alle sue opere (la morte, la solitudine, l'amore, l'amicizia, il paranormale) stendendo un corposo tomo di trecento pagine, oltre il doppio del suo standard. Ne risulta un'opera riuscita a metà. Per quanto risulti coerente e di scorrevole lettura, Amrita in qualche modo soffre della sua lunghezza. La sensazione è che la giusta dimensione si attestasse sui due terzi. Insomma in alcuni punti la trama risulta stiracchiata. A colmare questi vuoti però vengono in aiuto le bellissime descrizioni, soprattutto degli stati d'animo e dei ricordi della protagonista. La penna della Yoshimoto non raggiunge più livelli di stile così elevati. Amrita si colloca come il picco di una gaussiana che potrebbe rappresentare la maturazione artistica della Yoshimoto. Dopo di esso i romanzi tendono ad assomigliare sempre di più l'uno all'altro (benché l'originalità non sia affatto il punto forte dell'autrice) e a mancare altresì della stessa forza evocativa dei primi romanzi. Un buon percorso di lettura potrebbe terminare tranquillamente con Amrita con la sicurezza di non perdere nulla di eclatante. In questo, che è il romanzo più ambizioso e sicuramente più voluminoso di Banana Yoshimoto, l'autrice richiama i temi cari alle sue opere (la morte, la solitudine, l'amore, l'amicizia, il paranormale) stendendo un corposo tomo di trecento pagine, oltre il doppio del suo standard. Ne risulta un'opera riuscita a metà. Per quanto risulti coerente e di scorrevole lettura, Amrita in qualche modo soffre della sua lunghezza. La sensazione è che la giusta dimensione si attestasse sui due terzi. Insomma in alcuni punti la trama risulta stiracchiata. A colmare questi vuoti però vengono in aiuto le bellissime descrizioni, soprattutto degli stati d'animo e dei ricordi della protagonista. La penna della Yoshimoto non raggiunge più livelli di stile così elevati. Amrita si colloca come il picco di una gaussiana che potrebbe rappresentare la maturazione artistica della Yoshimoto. Dopo di esso i romanzi tendono ad assomigliare sempre di più l'uno all'altro (benché l'originalità non sia affatto il punto forte dell'autrice) e a mancare altresì della stessa forza evocativa dei primi romanzi. Un buon percorso di lettura potrebbe terminare tranquillamente con Amrita con la sicurezza di non perdere nulla di eclatante. Sólo Banana Yoshimoto puede mezclar espectros, UFO´s, romance y percepción extrasensorial en una sola historia y salir airosa de ello. Una novela bella y sutil. Segunda lectura iniciada en septiembre del 2020 y concluída en febrero del 2021. La cita: " La belleza es tomar algo en las manos y dejar que se vaya después. Uno no se puede aferrar al mar y a las sonrisas de los amigos que se van lejos". no reviews | add a review
After losing her beautiful younger sister, a celebrated actress, to suicide, Sakumi falls down a flight of stairs and loses her memory to a head injury. Struggling to remember whom she loves and what she lost, she embarks on a unique emotional journey, accompanied at times by her dead sister's lover, at others by her clairvoyant kid brother. This is the story of Sakumi's remarkable expedition through grief, dreams, and shadows to a place of transformation and the discovery of a soul. No library descriptions found. |
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![]() GenresMelvil Decimal System (DDC)895.635 — Literature Literature of other languages Asian (east and south east) languages Japanese Japanese fiction 1945–2000LC ClassificationRatingAverage:![]()
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Un Giappone magico e diverso rispetto a quello cui siamo abituati a pensare. Esseri umani che ascoltano i segnali che il corpo comunica loro, vite a misura, ritmi naturali che curano le angosce dei nostri tempi con una semplicità stupefacente. Guardare e guardarsi. Interrogare e soffermarsi. Basta poco. Quel poco che ci neghiamo con alibi fasulli alle nostre stesse orecchie. Un libro su cui ri-tornare nei momenti di difficile passaggio, di transizione da quel che eravamo a ciò che potremmo rinascere.