Pillole da: Yukio Mishima, Storia di un promontorio:
Una disposizione naturale, anche se inaridita, come peraltro la mia intera vita che va scemando, rimane ancora ben radicata in me: è l’inclinazione, che fu particolarmente viva nella fanciullezza e nell’adolescenza, a non temere di trascorrere le ore del giorno fantasticando. A chi non ha mai sperimentato quella particolare forma di vita in cui la fantasia esercita, per sua essenza, un’influenza in ogni manifestazione interiore, tutto questo potrebbe sembrare soltanto pericoloso...
...Ma, a ben riflettere, esiste forse un criterio universalmente valido di sanità e di normalità?...
…Si rialzò con il volto imporporato. Fu come se la rosea luce dell’alba tingesse il candore dei gigli. Ridendo mi offì un fiore. E camminando incrociò una coroncina. Il giovane rimaneva in silenzio. Ma non sembrava oppresso da cupi pensieri , era come se stese tacitamente convincendosi di una felicità radicata nel suo animo e di cui era superfluo parlare, per la sua traboccante pienezza. (Non è forse vero che spesso si parla per convincersi almeno un poco di essere felici?)…
…Il faraglione, che pareva affondare nella linea dell’orizzonte e sconfinare nel cielo, protendeva, lucente come un’abbacinante lama, la bianca roccia con cui si era creato un varco tra le nuvole…
…Più avanzavo e più si schiudeva dinnanzi a me il blu intenso del mare aperto, che mostrava nitidamente il chiaro confine su cui si ergevano nubi altissime, nette e luminose per i radiosi ammiccamenti del sole occhieggiante tra di esse, in procinto di tramontare…
…Sotto i lampioni, probabilmente appena accesi, del grande ponte, la gente andava e veniva come tessendo una tela, nell’ansia di esaudire anche quel giorno il maggior numero di appetiti. ( )