Bruna Bertolo

Ampio ed interessante, sia pure con qualche discontinuità stilistica, qualche passaggio forse un po' prolisso e qualche errore imputabile (probabilmente) agli strumenti che facilitano il "taglia e incolla" ma che ingenerano una fatale scarsa attenzione alla sintassi.
Il libro parte puntando una certa attenzione ai "salotti" ed alle dame "giardiniere" dell'aristocrazia piemontese e lombarda, cui dedica molte pagine dando molta enfasi, quasi ne avesse soggezione, ai palpiti ed alle speranze di personaggi il cui apporto al Risorgimento è più da mogli e mamme che da protagoniste dirette.
Ma il testo prende vivacità e tono quando affronta le vite di personaggi meno blasonati ma ben più dentro le attività eversive della resistenza, anche armata, soprattutto contro gli Austriaci oppure, ovviamente, a Roma contro i francesi ed i papalini o a Napoli e nel Sud contro i borbonici: staffette, infermiere e formidabili organizzatrici di presidi ospedalieri anche al fronte (ben prima di Solferino e della Nightingale), qualche volta soldati (magari travestendosi da uomini: allora il ruolo delle donne era ancora tutto da conquistare) a Roma e con i Mille, qualche volta partigiane armate nelle rivolte cittadine (Milano, Brescia, Palermo, Roma, …), oggetto di durissima repressione in particolare da parte degli Austriaci (Milano, Brescia, Bologna, Ferrara, Ancona, …) che non facevano distinzione di censo o di sesso.
Un bel contributo: parecchi nomi noti (soprattutto fra le aristocratiche; forse non è casuale, data la storiografia risorgimentale) ma anche parecchi sconosciuti ai più o dimenticati o rimossi o ridotti a figure marginali e folkloristiche, che invece varrebbe la pena di far conoscere un po' di più nello studio della nostra storia: il Risorgimento è stato lotta di popolo, non solo scontro di eserciti.… (more)