La condizione umana di Malraux

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La condizione umana di Malraux

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1goodlibrarian
May 23, 2011, 2:24 pm

Pochi giorni or sono ho acquistato La condizione di Malraux.
Ero molto impaziente di leggerlo, convinto che avrei letto un capolavoro soprattutto dopo aver sentito un'intervista ad un "certo" Andrea Camilleri che lo reputa una delle due cose da salvare, il suo libro prediletto. L'ho cominciato e, subito, nei confronti di quest'opera, ho avvertito un'ineffabile repulsione, non so ben spiegare il perchè, ma non riesco a seguirlo, non mi è chiaro il pensiero dei personaggi, lo trovo contorto, oscuro, ambiguo, non lo so, forse non sono entrato in sintonia, forse è la traduzione... Mi sento un deficiente quando provo ad andare avanti, sono costretto a tornare indietro molte volte per trovare un senso a quello che leggo. A voi è mai capitato?

2ddejaco
May 24, 2011, 4:35 am

Molto dipende dalla traduzione ma anche dall'anno dell'edizione (un libro uscito negli anni '50 mostra subito la corda). E un po' dipende anche dalla differenza di età tra l'autore ed il lettore. Difficile che due persone di età molto diversa riescano a trovarsi in sintonia.
Dario

3cf66
May 24, 2011, 4:56 am

D'accordo con goodlibrarian. Io non sono stata capace di andare aldilà di qualche capitolo. A me sembrava che avessi la struttura e stile di un feuilleton, infarcito di non so cosa di "trascendentale".
Il "problema" di Malraux (secondo me) è che c'è stata una contaminazione di quel che lui era come uomo di pensiero (probabilmente valioso) e le sue reali doti di scrittore.
Va detto poi che i francesi sono bravissimi (anche se è un bene!) ad anteporre i loro compaesani ad altre "eroi" venuti da fuori, a volte con esagerazioni, come credo la presente.

4goodlibrarian
Jun 3, 2011, 9:36 am

La mia sintonia con Proust è perfetta, eppure mi risulta che abbiamo circa 100 anni di differenza... ma cosa dice?

5ddejaco
Jun 3, 2011, 10:50 am

Non ne farei un discorso di età "assoluta", altrimenti non si capirebbe perché Dante Alighieri o Eschilo o chi vuole lei possano essere così apprezzati.
Mi riferisco alla differenza che ci potrebbe essere tra l'età che aveva lo scrittore, quando ha scritto il libro, e l'età che ha il lettore, quando lo legge. La differenza credo implichi sensibilità e attenzioni diverse. Probabilmente lo può cogliere meglio se le capita di rileggere, ad anni di distanza, lo stesso testo. Lui è rimasto fermo lì, ma lei no.
Dario