In dodici incredibili storie una carrellata di alcune delle più famose storie di Spidy, passando dallo stile tradizionale di Stan Lee e Steve Ditko per arrivare alla narrazione moderna ed innovativa di Straczynski e John Romita jr. Ed il principale merito di questo volume è proprio la capacità di rappresentare con grande chiarezza l’evoluzione stilistica dell’uomo ragno e la capacità di adeguarsi ai tempi. Perché Peter Parker rimane sempre un ragazzo timido ed impacciato, con dei poteri da supereroe e con le relative responsabilità, il direttore del Bugle, James Jameson, un burbero invidioso dell’uomo ragno, la zia May una donna da difendere, ma i tempi cambiano ed allora è naturale che i protagonisti siano costretti a salire sulla giostra delle mode. L’ultima storia, quella che vede come protagonista zia May, che si impegna a perdonare il nipote, è un piccolo grande capolavoro. Purtroppo, onestamente si paga il formato rispetto a storie che avrebbero richiesto maggiore spazio per avere maggiore leggibilità, poveri occhi di un uomo ormai ben al di là del bel mezzo del cammin di nostra vita. Ma valeva lo sforzo.

Recensione del 30 marzo 2008
Hanno ucciso l’uomo ragno chi è stato non si sa. E no, spider man non può essere ucciso. E’ immortale, come la sua ragnatela. Senza l’uomo ragno il fumetto americano, quello dei supereroi, sarebbe un incompiuto. Perché è lui, Peter Parker, che rappresenta in pieno il punto di unione d’unione tra l’uomo ed il supereroe. Indeciso, debole e fragile nella sfera privata, coraggioso ed a volte invadente in quella pubblica. L’uomo ragno è nella storia del fumetto, perché è cresciuto nel e con il fumetto, si è alimentato delle nuove tendenze grafiche, stilistiche e narrative, senza mai correre il rischio di invecchiare. Da Stan Lee a John Romita Jr., in un percorso di sviluppo di un grandissimo personaggio, di un giovane fotografo, legato alla zia e perennemente innamorato. Quando hai finito di leggerlo, lo vorresti proprio rileggere. ( )