Abbandonarsi

Non è certamente un libro che ti dice cosa mettere nello zaino (anche se ne parla) o come preparare il percorso su una mappa (anche se ragiona sull'uso della cartografia) o che ti consiglia altri libri o guide (anche se abbonda di citazioni).

Si intravedono qua e la esperienze di viaggio e letture che però rimangono sullo sfondo perché ciò che interessa l'autore è qualcosa che mi sembra di poter definire "l'abbandonarsi"; non la ricerca spasmodica del controllo completo delle proprie azioni e dell'ambiente circostante ma neppure il privarsi della propria volontà per lasciarsi trascinare. Abbandonarsi a se stessi, alla propria capacità di reagire e apprendere, alla propria e altrui capacità di stabilire relazioni e di comunicare.

In modo lento.

E' come se in un epoca che vede tutto viaggiare velocemente la sola velocità ancora umana sia quella del camminare, la sola che ci permette di cambiare, decidendo ragionevolmente e apprendendo con profondità.

Tra i vari argomenti di riflessione ne scelgo due: uno cui sono dedicate alcune pagine e uno che viene appena sfiorato.

Il primo: rinunciare e decidere. Fare i conti con le proprie possibilità e la propria limitatezza e saper contare solo sulle proprie decisioni: cosa porto con me? da che parte passo? come attraverso l'ostacolo? Decisioni che possono pesantemente influire sulla propria esperienza ma che è impossibile ripetere. Ogni volta è l'ultima.

Il secondo: passare da una vita a un'altra. Perché mettersi in movimento, per dei giorni, delle settimane o dei mesi, vuol dire per lo meno abbandonare l'identità che era legata a noi prima di partire, con i suoi agi e disagi, e recuperarne un'altra a viaggio concluso.

Da leggere ma da lasciare rigorosamente a casa quando decideste di partire: dovete averlo dentro. ( )