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Cosa sognano i pesci rossi

by Marco Venturino

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Premetto che non sono un medico.
Il libro mi è sembrato un po' chiuso su se stesso, a partire dall'ambiente (terapia intensiva): pochi personaggi, quasi tutti maschili, pochi dialoghi, un unico ambiente, un'introspezione nel mondo dei medici che però si ferma ad un certo livello senza scendere ulteriormente (e magari mostrare un po' di più del "fuori ospedale", costretto in uno-due capitoli neanche positivi.
Libro discreto ma con una nota positiva:; anche un non medico come me capisce cosa succede. Questo significa non aver usato troppa terminologia tecnica, e questo è sicuramente un pregio. ( )
  sbaldi59 | Dec 25, 2020 |
“O, forse, era la Morte che chiamava all’appello. La Morte che stava dando spettacolo. La Morte che sogghignava e ci guardava appollaiandosi sulle spalle di noi tutti.”

È la storia di chi , in seguito a eventi sfortunati, si ritrova a vivere in quella specie di mondo rarefatto e sospeso, ma cosciente, della terapia intensiva.
L’autore prova a esporre quello che succede intorno a fatti come questo che stravolgono la vita di chi ne è colpito e delle loro famiglie ponendo anche l’attenzione sulle questioni etiche che da sempre accompagnano questi casi perennemente in bilico tra accanimento terapeutico e una morte dignitosa.
La scena principale è appunto un reparto di terapia intensiva dove Pierluigi è ricoverato dopo il fallimento di un operazione che doveva asportare un tumore, operazione ad alto rischio non prospettata nel giusto modo.
Adesso però lui è dentro un letto immobile, l’operazione non è riuscita, non sono stati calcolati bene i rischi: ci sono responsabilità? Qualcuno ne dovrà rispondere? Mezze parole, omertà, corporativismo; tanto ormai non c’è più nulla da fare, è solo questione di giorni e lui questo non lo sa, spera che tutto finisca presto, che possa rialzarsi, parlare con sua moglie e sua figlia e non limitarsi solo a guardarle sentendosi come un pesce rosso in un vaso trasparente dipendente in tutto e per tutto da altri.
Dovrei dire lettura non facile, in realtà non è cosi, l’autore apre uno squarcio, con cognizione di causa, su un mondo che tutti noi conosciamo benissimo e di cui vorremmo essere protagonisti il meno possibile, ma purtroppo reale e presente nella vita. Non è un atto d’accusa o una denuncia verso qualcuno, è solo realtà di quello che potrebbe succedere in qualsiasi momento, e se nel libro si parla di diagnosi incerte e di medici arrivisti, si racconta anche di molta umanità vera, che per quanto difficile a credersi negli ospedali esiste ancora in maniera concreta e tangibile, gente che giornalmente combatte in prima linea nelle immense difficoltà dei nostri istituti ospedalieri e tra queste anche quelle persone che quotidianamente si dedicano alla custodia e alla cura dei pesci rossi… ( )
  barocco | May 30, 2017 |
L'autore ha fatto un durissimo, struggente, disperato ritratto di una tragedia a due voci, il medico ed il paziente di terapia intensiva. E ad un certo punto i ruoli non sono più così distinti. Stile formidabile. ( )
  testafralemani | Jan 17, 2012 |
L’ho letto in poche ore. Non si può fare altrimenti.
Tutta la medicina d’urgenza (anche la psichiatria) chiama coloro che vi lavorano a confrontarsi con tematiche estremamente cariche di contenuto emotivo, che abbisognano di una buona capacità di introspezione e di elaborazione personale per poter essere sufficientemente integrate e divenire di conseguenza un agire.
Gli strumenti a disposizione?
Istituzionali: quasi niente: l’équipe, se funziona,
Personali? La famiglia? Sé stessi finché si può.
Questo romanzo è un pugno dritto in faccia.
Ne renderei obbligatoria la sua lettura ai corsi per infermieri e medici.
Utopia lo so già.
Ad ogni modo invece di tanti bla bla inutili relativi all’eutanasia, all’accanimento terapeutico, alla dignità e ai diritti dei pazienti, consiglio vivamente la lettura di questo libro.
Sperando e pregando di non essere mai noi il paziente del racconto. ( )
  Pandora59 | Apr 23, 2009 |
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