Robin C.

Prendi un nuovo libro da leggere, lo guardi e non sai mai, prima, come sarà.
Mi aspettavo molto da questo, ne avevo sentito parlare benissimo da persone che conosco e del cui giudizio mi fido, avevo già letto altro di questa autrice e mi era piaciuto moltissimo ma, nonostante tutto, non potevo immaginare tutto quello che avrei trovato tra queste pagine. Per quanto mi è piaciuto, per quanto mi ha preso e colpito, per quanto l’ho amato, l’aggettivo bellissimo è forse troppo poco, perché questo libro è una tale valanga di emozioni, di tutti i tipi, quale non mi sarei mai immaginata e da cui sono stata travolta, dall’inizio alla fine.
Si può dire che Andrew Carmody ha avuto tutto il meglio dalla vita, è un giovane e brillante medico prossimo a diventare primario di neonatologia nell’Ospedale in cui lavora. È bello, virile, affascinante, ed è felicemente sposato da 10 anni con Alexandra, donna bellissima e anche suo primo amore. Ma qualcosa a un certo punto cambia tra loro, e l’insinuarsi nella vita di Adam di Evalyn, una giovane e disinibita infermiera, sconvolgerà la loro esistenza.
Robin C. è stata magistrale nel raccontare la storia di un tradimento e del suo evolversi. Andrew è un personaggio che dalla luce iniziale sprofonda, pian piano e consapevole, nel baratro dei suoi errori, riconoscendoli sin da subito ma quasi cercandoli al tempo stesso. Un personaggio molto reale, che a un certo punto smette di ragionare con il cuore e la testa e si fa trascinare solo dalle sue pulsioni sessuali e trasgressive nelle quali riesce ad anestetizzare, prima, l’insoddisfazione che lo attanaglia, poi, la sua rabbia e il dolore. Dall’altro lato Alexandra una donna dolce e arrendevole che non capisce cosa stia succedendo e quando lo scopre ne resta travolta. E poi gli avvenimenti che daranno una svolta drammatica alle loro vite e il percorso che entrambi dovranno compiere per ritrovare loro stessi, per riscattare anche gli errori commessi da entrambi.
Raccontare di un tradimento scavando a fondo nell’anima dei protagonisti, vivere le loro emozioni, arrabbiarsi, soffrire, urlare la rabbia che senti, sperare con loro, entrare nel racconto con la testa e col cuore e non riuscire a smettere di leggere.
Ho passato la notte con il libro in mano, l’ho posato più volte sul comodino con l’intento di dormire, ma non c’è stato niente da fare, ogni volta era talmente forte la voglia di continuare che ho fatto l’alba.
E adesso ricomincerei a leggerlo subito, un’altra volta, per poterlo fare con calma, placata dalla voglia di conoscere tutta la storia, per assaporare solo le parole.
Un libro indimenticabile.… (more)